La narrativa che Bitcoin è usato principalmente dai criminali si indebolisce come le banche australiane hanno riferito di aver riciclato 385 milioni di dollari per i cartelli della droga.
Tra le rinnovate osservazioni anti-Bitcoin attribuite ai principali attori della finanza, sono emersi rapporti che mostrano banche in Australia che lavorano in combutta con violenti cartelli di cocaina sudamericani. Nonostante le aspirazioni al contrario, il mercato delle criptovalute continua a rappresentare una parte insignificante dei crimini finanziari globali.
Le banche australiane vendono soldi sporchi ai cartelli della droga
Secondo l’Australian Financial Review, le banche del paese avrebbero riciclato circa 500 milioni di dollari australiani (circa 385 milioni di dollari) per i cartelli della droga sudamericani. La rivelazione arriva in mezzo alle azioni intraprese dalle forze dell’ordine nel paese per interrompere l’elaborato schema di riciclaggio di denaro.
I dettagli dell’indagine sulla questione hanno rivelato che le banche australiane hanno aiutato a spostare oltre 300 milioni di AUD tra il 2014 e il 2017. Le banche avrebbero anche usato il denaro sporco dei cartelli della droga per acquistare costosi articoli elettronici da trasferire nel sud-est asiatico e in Medio Oriente.
Nove istituzioni finanziarie sono state implicate nella questione, secondo l’Australian Border Force (ABF), con altre sette con sede fuori dal paese. Commentando il rapporto, una portavoce dell’ABF ha rivelato:
“L’ABF è impegnata a proteggere la comunità australiana combattendo e interrompendo il comportamento criminale che sfrutta i sistemi commerciali transfrontalieri dell’Australia e ha effettivamente interrotto le operazioni di riciclaggio di denaro delle entità con sede in Australia”.
La rivelazione che le banche australiane stanno aiutando a riciclare il denaro per le organizzazioni criminali arriva sulla scia delle pratiche discriminatorie segnalate da alcune banche contro i commercianti e gli scambi di criptovalute. Come precedentemente riportato da CryptoPotato, il proprietario di uno scambio di Bitcoin ha recentemente intrapreso azioni legali contro due banche per la chiusura dei suoi conti.
Banche che lavano i proventi del crimine
Già nel 2019, i documenti trapelati dal Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) degli Stati Uniti hanno esposto massicce operazioni di riciclaggio di denaro da parte delle banche. All’epoca, il dossier mostrava le principali banche americane che incanalavano oltre 2.000 miliardi di dollari di denaro sporco per varie organizzazioni criminali.
Infatti, le banche americane continuano a pagare multe enormi per pratiche illegali che vanno dal riciclaggio di denaro allo spoofing. Nel 2020, i funzionari statunitensi hanno anche multato Wells Fargo per oltre 3 miliardi di dollari per molteplici illegalità che coprono un periodo di 15 anni.
È interessante notare che la Berkshire Hathaway di Warren Buffett detiene una parte significativa di azioni Wells Fargo. È forse ironico che Buffett sposi il sentimento anti-Bitcoin legato alle illegalità quando Wells Fargo sembra aver facilitato i trasferimenti associati alle attività criminali.